“Una vita sul nostro pianeta” – L’allarme di David Attenborough su Netflix

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David Attenborough torna a far parlare di sé: il 94enne più instancabile che la natura abbia mai conosciuto, l’uomo che ha avuto la fortuna di girare il mondo come divulgatore scientifico fin da quando era ventenne.

E’ uscito il 4 Ottobre su Netflix il suo nuovo film- documentario dal titolo “UNA VITA SUL NOSTRO PIANETA” in cui, in poco meno di 90 minuti, riesce a raccontarci la sua vita da divulgatore scientifico e testimone in prima persona delle catastrofi che ha vissuto e sta vivendo il nostro Pianeta.

“L’uomo ha annientato il mondo” cit.

“…questa è la mia testimonianza, la mia idea del futuro… la storia di come abbiamo commesso l’errore più grande e di come, se agiamo ora, possiamo porvi rimedio!”

Data la sua lunga carriera, il documentarista naturalista David Attenborough è stato in grado di rendersi conto più di tutti dei cambiamenti climatici che ha subito la terra negli ultimi decenni.

Questi eventi stanno mettendo in pericolo la nostra stessa esistenza ed è per questo motivo che negli ultimi anni David Attenborough si batte per far conoscere e divulgare questa consapevolezza con documentari ed approfondimenti ( “Our Planet” serie di 8 episodi racconta i pericoli che la natura corre a causa dell’impatto umano, trailer )

In “UNA VITA SUL NOSTRO PIANETA” , prodotto da Silverbacks films e Wwf  e diretto da Alastair Fothergill e Jonnie Hughes, si analizzano tre parametri fondamentali che hanno cambiato l’intero ecosistema del nostro pianeta: numero della popolazione, livello di CO2 e capacità del nostro pianta.

  • Nel 1937 eravamo 2,3 miliardi, respiravamo aria con 280 parti per milione di CO2 e la natura incontaminata era al 66% delle sue capacità.
  • Oggi, nel 2020, siamo 7,8 miliardi, respiriamo aria con 415 parti per milione di CO2 e la natura incontaminata è ridotta al 35% delle sue capacità.

“In 10 milioni di anni stiamo assistendo al cambiamento climatico più repentino mai visto”.

Nonostante questi enormi cambiamenti, nel suo docu-film David Attenborough non perde il suo entusiasmo e sopratutto la fiducia nel futuro. Infatti il divulgatore scientifico, che vanta la carriera più lunga di chiunque altro, ci mostra le principali eccellenze tecnologie sviluppate negli ultimi anni in tutto il mondo che, messe in atto in scala globale, riusciranno a preservare noi ed il nostro pianeta per come lo conosciamo riducendo drasticamente il nostro impatto sulla terra.

Dal film però trapela un senso di urgenza: abbiamo la forza e i mezzi per migliorare la nostra attuale situazione, ma non c’è più tempo da perdere bisogna agire adesso!

Proprio in questi mesi, ad avvalorare il grido d’allarme lanciato da David Attenborough, arriva il rapporto della piattaforma intergovernativa sulla biodiversità nell’Onu: IPBES, Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). Nel rapporto si legge che le pandemie emergeranno sempre più spesso, si diffonderanno sempre più velocemente, uccideranno sempre più persone e costeranno sempre di più, se non si interviene per fermare la distruzione di habitat, l’uso intensivo del suolo ed il cambiamento climatico.

– COVID-19 come punta dell’iceberg –

I nostri comportamenti accorciano le distanze che si sono sempre state tra la popolazione e la fauna selvatica, così virus, batteri e microorganismi riescono a passare da una specie ospite ad un’altra molto più facilmente.

Il 70% delle malattie emergenti è classificabile come zoonosi. L’unico modo per non esserne esposti è tutelare la natura incontaminata e quindi il nostro pianeta rispettando i suoi spazi, i suoi tempi e i suoi equilibri.

HIV, ebola, viaria, SARS: di malattie emergenti ne abbiamo avuta una ogni 20 anni. Ultimo lampante esempio è proprio il COVID-19, la pandemia che ad oggi stiamo vivendo. Se non agiamo subito, ripristinando i giusti equilibri, presto potrebbero colpirci virus forse anche peggiori di SARS-CoV-2, secondo recenti studi infatti si parla di 250.000 ancora sconosciuti che potrebbero essere devastanti.

Il dott. Peter Daszak, zoologo dell’IPBES, avverte che la strada giusta non è quella attuale:

“La nostra strategia difronte alle pandemie è quella di contenerle con vaccini, un percorso lento con costi enormi”.

L’IPBES ha calcolato che il costo globale di COVID-19, già a luglio scorso, ammontava a 16 trilioni di dollari. Il costo per ridurre il rischio di innescare pandemie sarebbe cento volte inferiore. Nel rapporto stesso sono descritte diverse strategie, tra cui incentivi economici atti a tutelare la biodiversità, con il fine di attuare una trasformazione globale.

“In a life on our planet” David Attenborough, pur senza prendere in considerazione questa calamità globale, arriva alla stessa conclusione di Peter Daszk: l’unica maniera per salvaguardare il nostro pianeta è ristabilire e proteggere quanto più possibile la biodiversità.

Quella di tutti gli studiosi è una forte e decisa chiamata alle armi che non può più aspettare, bisogna agire adesso!

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